lunedì 10 ottobre 2011

ho capito che iniziava a settembre

Re-zare
fuori di qui di giorno come di notte
tutto succede diversamente.
ho sognato di non capire
e il ticchettio della pioggia sembrava
infinito.
ho sognato di capire
di poter almeno intuire i lineamenti di
carne sotto il lenzuolo.
scrivo di te, leggo di te
in me
entri ed esci attraverso
me
esisti in movimento
in lontananza
e Bucarest
non mi è mai sembrata così bella
fatta a pezzi
ora
da te.
fuori da qui c’è tutto il resto
tutto quello di cui non so.




Scrum

ogni sera sono sempre l’ultima
a spegnere la luce.
i miei pensieri gli ultimi a chiedere la porta.





Scrum*
con la luce alle spalle
sono solo una sagoma -mi riduco
proiettata sul muro.
senza profondità scivolo in ogni direzione
e mi scompongo.
senza profondità, senza attrito
senza attrito contro il bianco.






Greata
ho un dannato male di vivere che
mi sporca i sogni i pensieri
il risveglio.
sono diversa come sempre lo sono stata,
sulla testa un notturno di Chopin
nella testa solo il senso
del rifiuto.
ed è un rifiuto quotidiano,
indimenticabile,
nauseante.




Indepartare
lontana da tutto in un letto sconosciuto
sono l’ultima creatura a cui
arriva il tuo pensiero.
dopo un viaggio l’ennesimo viaggio
alla fine del quale nessuno
mi aspetta, tu
sei l’ultima creatura a cui
arriva il mio pensiero
il guscio
per qualcosa che quasi non pronuncio più
per paura che mi cada la lingua

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